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Rischio vulcanico

Gli eventi vulcanici in Campania sono legati alla presenza di tre vulcani attivi: Il Vesuvio, la Caldera dei Campi Flegrei e l’isola di Ischia. La dimensione dei fenomeni attesi e l’estensione dei territori potenzialmente investiti rendono la gestione dell’emergenza connessa a questa tipologia di eventi di rilevanza nazionale, collocandoli tra gli eventi di tipo “c” previsti dalla Legge 225/92.

Il Dipartimento di Protezione Civile, pertanto, sentita la Regione, indica gli indirizzi, la strategia e le azioni di livello nazionale. A livello locale, le Prefetture, la Regione, le Provincie e i Comuni assumono l’onere di rendere il Piano Nazionale operativo attraverso tutte le attività da porre in essere localmente inclusi i piani di settore (sanità, volontariato, telecomunicazioni, etc).

Il Piano Comunale, pertanto, viene a valle degli indirizzi nazionali, recepiti dalla Regione e trasferiti, di concerto con le provincie e le prefetture, ai comuni affinché questi possano rendere coerenti le pianificazioni territoriali con la pianificazione di emergenza dell’area colpita dagli effetti di una potenziale eruzione. In tal senso la pianificazione vulcanica non può che essere intesa come una pianificazione comprensoriale tra i comuni rientranti nelle aree soggette all’impatto vulcanico.


IL territorio Comunale rientra nell'area di interesse dei Campi Flegrei che rappresentano una vasta area di origine vulcanica situata a nordovest della città di Napoli. Si tratta di una zona dalla struttura singolare: non un vulcano dalla forma di cono troncato ma una vasta depressione o caldera, ampia circa 12x15km. Nel 1538 si è verificata l’ultima eruzione che, pur essendo fra le minori dell’intera storia eruttiva dei Campi Flegrei, ha interrotto un periodo di quiescenza di circa 3000 anni e, nel giro di pochi giorni, ha dato origine al cono di Monte Nuovo, alto circa 130 m. Da allora, l’attività ai Campi Flegrei è caratterizzata da fenomeni di bradisismo, attività fumarolica ed idrotermale localizzata nell’area della Solfatara.

Il sistema di monitoraggio dei Campi Flegrei, gestito dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Vesuviano, tiene costantemente monitorati i parametri relativi alla sismicità, alle deformazioni del suolo e alle caratteristiche fisicochimiche delle fumarole. I dati relativi al monitoraggio dell'area vulcanica dei Campi Flegrei sono trasmessi al Dipartimento e costantemente aggiornati sul sito dell'Ingv –Sezione Osservatorio Vesuviano.

La definizione della pericolosità ai Campi Flegrei incontra maggiori problemi rispetto ad altri vulcani. Per la definizione di uno scenario eruttivo è infatti necessario determinare il tipo di eruzione più probabile, con le relative possibili fenomenologie attese, nonché la probabilità di apertura di bocche eruttive in zone diverse, che ovviamente condiziona la potenziale distribuzione dei prodotti sul territorio. Nei Campi Flegrei infatti, a differenza di quanto avviene nei vulcani con apparato centrale, l’area di possibile apertura di bocche eruttive è molto ampia.

Si prevede comunque che una futura eruzione ai Campi Flegrei possa generare diverse fenomenologie, riassumibili essenzialmente nel lancio di bombe e blocchi di grosse dimensioni nell’immediato intorno del centro eruttivo, nello scorrimento di flussi piroclastici nel raggio di alcuni chilometri, nella ricaduta di ceneri e lapilli a distanza anche di molti chilometri. A differenza del Vesuvio, i Campi Flegrei ad oggi non hanno ancora un Piano nazionale di Emergenza a cui tutti i Comuni devono rifarsi per determinare ed individuare le migliori risposte di Protezione Civile a livello locale. Per cui si tratterà questo rischio alla stregua di un rischio monitorato, come quello idrogeologico, con attivazione delle diverse fasi di emergenza al variare delle condizioni al contorno.

L'Università degli Studi di Napoli Federico II e la Regione Campania, hanno redatto una cartografia delle aree potenzialmente interessate dall'eruzione vulcanica individuando le zone rosse e le zone gialle. Il Comune di Mugnano di Napoli rientra in area gialla.

La zona gialla presenta una pericolosità minore rispetto alla rossa e corrisponde a tutta l'area che potrebbe essere interessata dalla ricaduta di particelle piroclastiche (ceneri e lapilli) che possono, fra l'altro, apportare un sovraccarico eccessivo sui tetti degli edifici fino a determinarne il crollo. La ricaduta di particelle, inoltre, può causare problemi alle vie respiratorie, in particolare in soggetti predisposti non adeguatamente protetti, danni alle coltivazioni e problemi alla circolazione aerea, ferroviaria e stradale.

Non è possibile conoscere preventivamente quale sarà la zona effettivamente interessata, in quanto dipenderà dall'altezza della colonna eruttiva e dalla direzione e velocità del vento in quota al momento dell'eruzione. Diversamente da quanto accade per la zona rossa però, i fenomeni attesi nella zona gialla non costituiscono un pericolo immediato per la popolazione ed e necessario che trascorra un certo intervallo di tempo prima che il materiale ricaduto si accumuli sulle coperture degli edifici fino a provocare eventuali cedimenti delle strutture. Vi è pertanto la possibilità di attendere l'inizio dell'eruzione per verificare quale sarà l'area interessata e procedere all'evacuazione della popolazione ivi residente se necessario.

Consulta la sezione dedicata alle buone pratiche su IoNonRischio

DEPOSITI DI CENERI DA ERUZIONE VULCANICA

Il modello utilizzato per la valutazione dell’impatto è quello realizzato dal Centro PLINIVS dell’Università “Federico II” di Napoli, nell’ambito del SPEED ("Scenarios of Hazard and Damage at Vesuvius and Campi Flegrei", 20072009) ed utilizzato anche nell'ambito della Convenzione Quadro “Approfondimento degli scenari di danno per eruzioni al Vesuvio e ai Campi Flegrei” (20112012).

Ad ogni classe tipologica è stata associata una curva di vulnerabilità messa a punto sulla base di prove sperimentali ed analisi di calcolo a rottura (Zuccaro-Cacace 2008).

Classe Descrizione

Ar

Copertura a falde in legno di scarsa resistenza

Br

- Copertura piana in legno;
- Copertura piana latero-cementizia tipo SAP;
- Copertura piana in ferro e voltine (povere).

C1r

Copertura piana in c.a. o latero-cementizia non recente (età>20anni

C2r

- Copertura piana in c.a. o latero-cementizia recente (età<20anni);

- Copertura piana in acciaio di moderna concezione (con soletta armata).

Dr

- Copertura a falda in c.a. di recente realizzazione;

- Copertura a falda in acciaio di recente realizzazione e di buona resistenza.

SCENARIO DI DANNO VULCANICO

Dall'analisi delle cartografie, si sono ricavati il numero di collassi delle coperture in caso di eruzione con venti dominanti nella direzione del territorio comunale, con probabilità di superamento del carico del 5 e 10%. Inoltre intersecando i dati della popolazione con le tavole dei collassi, si sono ottenuti i valori della popolazione senza tetto. Di seguito i risultati.

CELLA lost 5% lost 10% senza tetto 5% senza tetto 10%

Tutte

469

51

3721

295

Modello di Intervento

Fase Quando si attiva

Fase di Preallerta

Attivazione del solo CCS (Centro Coordinamento Soccorsi); nessuna attivazione a livello comunale in questa fase

Modello Operativo

Attività della struttura operativa comunale (Sindaco e COC)

PROCEDURA:

SI Prende atto delle segnalazioni e si comunica al responsabile del C.O.C. del contenuto delle segnalazioni;

Fase Quando si attiva

Fase di Attenzione

Al raggiungimento dei valori di preallarme degli indicatori di rischio vulcanico;

attivazione del Commissario Nazionale Delegato che convoca il comitato operativo della Protezione Civile e attiva i COM Vesuvio – Campi Flegrei; comunicazione dello stato di preallarme ai Comuni che provvedono ad attivare il piano di emergenza e a informare la popolazione.

Modello Operativo

Attività della struttura operativa comunale (Sindaco e COC)

PROCEDURA:

attiva l'applicazione delle procedure della fase di attenzione.

- Informa il Prefetto, il Presidente della Giunta Regionale e il Presidente della Provincia.

- Si coordina con i Sindaci dei Comuni vicini interessati attivazione della struttura comunale.

Fase Quando si attiva

Fase di Preallarme

al ricevimento dell’Avviso di criticità elevata emesso dal Centro Funzionale Regionale;(SORU)

- al verificarsi di un evento con criticità moderata;

- al superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale o all’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati dal Presidio Territoriale.

Modello Operativo

Attività della struttura operativa comunale (Sindaco e COC)

PROCEDURA:

Obbiettivo Generale: Coordinamento Operativo Locale

- attiva il Centro Operativo Comunale o intercomunale con la convocazione delle altre funzioni di supporto ritenute necessarie;

- si accerta della presenza sul luogo dell’evento delle strutture preposte al soccorso tecnico urgente.

- stabilisce e mantiene i contatti con la Regione, la Prefettura UTG, la Provincia, i Comuni confinanti, le strutture operative locali Polizia Locale informandoli dell’avvenuta attivazione del Centro Operativo Comunale e dell’evolversi della situazione;

- riceve gli allertamenti trasmessi dalle Regioni e/o dalle Prefetture;

- mantiene un contatto con i responsabili dell’intervento tecnico urgente.

- attiva il Presidio Territoriale, qualora non ancora attivato, avvisando il responsabile della/e squadra/e di tecnici per il monitoraggio a vista nei punti critici. Il responsabile a sua volta avvisa i componenti delle squadre;

- organizza e coordina, per il tramite del responsabile della funzione tecnica di valutazione e pianificazione, le attività delle squadre del Presidio Territoriale per la ricognizione delle aree esposte a rischio, l’agibilità delle vie di fuga e la valutazione della funzionalità delle aree di emergenza;

- rinforza, se del caso, l’attività di Presidio Territoriale che avrà il compito di dare precise indicazioni al Presidio Operativo sull’evoluzione dell’evento, sulle aree interessate ed una valutazione dei possibili rischi da poter fronteggiare nonché sulla fruibilità delle vie

di fuga.

- raccorda l’attività delle diverse componenti tecniche al fine di seguire costantemente l’evoluzione dell’evento, provvedendo ad aggiornare gli scenari di rischio previsti dal piano di emergenza, con particolare riferimento agli esposti;

Obbiettivo Generale: Monitoraggio e sorveglianza del territorio

- mantiene costantemente i contatti e valuta le informazioni provenienti dal Presidio Territoriale;

- provvede all’aggiornamento dello scenario sulla base delle osservazioni del Presidio Territoriale.

- contatta le strutture sanitarie di riferimento: Ospedale San Giuliano –Giugliano – Clinica dei Fiori, e vi mantiene contatti costanti;

- verifica la disponibilità delle strutture sanitarie di riferimento deputate ad accogliere i pazienti in trasferimento.

- allerta le organizzazioni di volontariato per l’utilizzo in caso di peggioramento dell’evoluzione dello scenario nelle attività di trasporto, assistenza alla popolazione presente nelle strutture sanitarie e nelle abitazioni in cui sono presenti malati “gravi”

- allerta e verifica la effettiva disponibilità delle risorse delle strutture sanitarie da inviare alle aree di ricovero della popolazione

- aggiorna in tempo reale il censimento della popolazione presente nelle aree a rischio;

- raccorda le attività con i volontari e le strutture operative per l’attuazione del piano di evacuazione;

- verifica la reale disponibilità di alloggio presso le strutture ricettive individuate;

- verifica la funzionalità dei sistemi di allarme predisporti per gli avvisi alla popolazione;

- allerta le squadre individuate per la diramazione dei messaggi di allarme alla popolazione con l’indicazione delle misure di evacuazione determinate;

- verifica le esigenze e le disponibilità di materiali e mezzi necessari all’assistenza alla popolazione ed individua le necessità per la predisposizione e l'invio di tali materiali presso le aree di accoglienza della popolazione;

- stabilisce i collegamenti con le imprese individuate per assicurare il pronto intervento

- predispone i mezzi necessari allo svolgimento delle operazioni di evacuazione.

- stabilisce i collegamenti con la Prefettura UTG, la Regione e la Provincia e richiede la disponibilità del materiale necessario all’assistenza alla popolazione da inviare nelle aree di ricovero, se necessario;

- verifica l’effettiva disponibilità delle aree di emergenza (in particolare delle aree di accoglienza per la popolazione).

- individua gli esposti coinvolti nell’evento in corso

- invia sul territorio tecnici e maestranze per verificare la funzionalità e la messa in sicurezza delle reti dei servizi comunali;

- verifica la predisposizione di specifici piani di evacuazione per un coordinamento delle attività.

Obbiettivo Generale: Assistenza Sanitaria

- mantiene i contatti con i rappresentanti degli enti e delle società erogatrici dei servizi primari

- allerta i referenti degli esposti che possono essere coinvolti nell’evento in corso informandoli sulle attività intraprese.

- verifica la disponibilità delle strutture operative individuate per il perseguimento degli obiettivi del piano;

- verifica la percorribilità delle infrastrutture viarie;

- assicura il controllo permanente del traffico da e per le zone interessate dagli eventi previsti o già in atto inviando i volontari e/o la Polizia Locale.

- predispone ed effettua il posizionamento di uomini e mezzi per il trasporto della popolazione nelle aree di accoglienza e presso i cancelli individuati per vigilare sul corretto deflusso del traffico;

Obbiettivo Generale: Assistenza alla popolazione

- predispone le squadre per la vigilanza degli edifici che possono essere evacuati. (Centro Storico)

- predispone ed invia, lungo le vie di fuga e nelle aree di attesa, gruppi di volontari per l’assistenza alla popolazione.

- attiva il contatto con i referenti locali degli Enti gestori dei servizi di telecomunicazione e dei radioamatori;

- predispone le dotazioni per il mantenimento delle comunicazioni in emergenza con il Presidio Territoriale e le squadre di volontari inviate/da inviare sul territorio;

- verifica il funzionamento del sistema di comunicazioni adottato;

- fornisce e verifica gli apparecchi radio in dotazione;

- garantisce il funzionamento delle comunicazioni in allarme.

Fase Quando si attiva

Fase di Allarme

Raggiungimento dei valori di allarme degli indicatori di rischio vulcanico

Modello Operativo

Attività della struttura operativa comunale (Sindaco e COC)

PROCEDURA:

Coordinamento Operativo Locale

- mantiene i contatti con la Regione, la Prefettura UTG, la Provincia, i Comuni limitrofi, le strutture operative locali, Polizia Locale informandoli dell’avvenuta attivazione della fase di allarme;

- riceve gli allertamenti trasmessi dalla Regione e/o dalla Prefettura;

- mantiene il contatto con i responsabili dell’intervento tecnico urgente.

Monitoraggio e sorveglianza

- mantiene i contatti con le squadre del Presidio dislocate in area sicura limitrofa all’evento;

Assistenza Sanitaria

- raccorda l’attività delle diverse componenti sanitarie locali;

- verifica l’attuazione dei piani di emergenza ospedaliera delle strutture presenti sul territorio;

- assicura l’assistenza sanitaria e psicologica agli evacuati;

- coordina le squadre di volontari presso le abitazioni delle persone non autosufficienti coordina l’assistenza sanitaria presso le aree di attesa e di accoglienza;

- provvede alla messa in sicurezza del patrimonio zootecnico.

- provvede ad attivare il sistema di allarme;

- coordina le attività di evacuazione della popolazione dalle aree a rischio;

- provvede al censimento della popolazione evacuata;

- garantisce la prima assistenza e le informazioni nelle aree di attesa;

- garantisce il trasporto della popolazione verso le aree di accoglienza;

- garantisce l’assistenza alla popolazione nelle aree di attesa e nelle aree di accoglienza;

- provvede al ricongiungimento delle famiglie;

- fornisce le informazioni circa l’evoluzione del fenomeno in atto e la risposta del sistema di protezione civile;

- garantisce la diffusione delle norme di comportamento in relazione alla situazione in atto.

Assistenza alla popolazione

- provvede ad attivare il sistema di allarme;

- coordina le attività di evacuazione della popolazione dalle aree a rischio;

- provvede al censimento della popolazione evacuata;

- garantisce la prima assistenza e le informazioni nelle aree di attesa;

- garantisce il trasporto della popolazione verso le aree di accoglienza;

- garantisce l’assistenza alla popolazione nelle aree di attesa e nelle aree di accoglienza;

- provvede al ricongiungimento delle famiglie;

- fornisce le informazioni circa l’evoluzione del fenomeno in atto e la risposta del sistema di protezione civile;

- garantisce la diffusione delle norme di comportamento in relazione alla situazione in atto.

Impiego risorse

- invia i materiali ed i mezzi necessari ad assicurare l’assistenza alla popolazione presso i centri di accoglienza;

- mobilita le ditte individuate per assicurare il pronto intervento

- coordina la sistemazione presso le aree di accoglienza dei materiali forniti da Regione, Prefettura UTG e Provincia.

- dispone dei volontari per il supporto alle attività della polizia locale e delle altre strutture operative;

- invia il volontariato nelle aree di accoglienza;

- invia il personale necessario ad assicurare l’assistenza alla popolazione presso le aree di assistenza della popolazione;

Impiego delle strutture operative

- posiziona uomini e mezzi presso i cancelli individuati per controllare il deflusso della popolazione;

- accerta l’avvenuta completa evacuazione delle aree a rischio.